Radicale upgrade from 1.x.x to 2.x.x

Da qualche anno radicale gestisce calendari e contatti in ufficio, l’abbinamento cardDAV e calDAV con Thunderbird è eccezzionale, ne avevo già parlato qualche anno fa in questo articolo, ma proprio l’altro giorno ho aggiornato il server a debian 10 (buster) e l’upgrade dalla precedente versione 1.1.1 alla versione 2.1.11 ha creato qualche problema già evidenziato da apt-listchanges.

radicale (2.1.11-4) unstable; urgency=medium
* Radicale 2.x has several incompatible changes from Radicale 1.x.
Most importantly, data stored with Radicale 1.x is unreadable,
and need to be exported using Radicale 1.1.6 before switching to
Radicale 2.x.
A suitable debian package can be temporarily installed from
<https://snapshot.debian.org/package/radicale/1.1.6-4/>.
More information at <https://radicale.org/1to2/>.
— Jonas Smedegaard <dr@jones.dk> Thu, 07 Feb 2019 02:28:00 +0100
radicale (2.1.10-1) experimental; urgency=medium
* radicale can no longer be enabled in </etc/default/radicale>.
Enable it using the command ‘update-rc.d radicale enable’.
— Jonas Smedegaard <dr@jones.dk> Sun, 23 Sep 2018 14:48:46 +0200

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Radicale – calendario con calDAV, rubrica con cardDAV condivisa sul server

Avevo bisogno in ufficio di gestire il calendario di 4 utenti, webcalendar comincia a mostrare segni di vecchiaia perchè non è aggiornato da febbraio 2013 e richiede apache2 e mysql, in più è pure un pò macchinoso.

Il server in ditta si trova in una rete locale dove tutte le porte, eccetto quelle base per la comunicazione con l’esterno, sono bloccate, così mi sono potuto muovere con maggiore sicurezza nei permessi.

Ho provato radicale integrandolo a lightining di thunderbird e la cosa è piaciuta a tutti, agli utenti che si sono trovati un calendario dinamico pratico e comodamente gestibile e pure all’admin che installando 2 pacchetti nei repository in pochi passaggi si è trovato sul server un calendario facilmente integrabile a molti programmi che consuma poche risorse e si configura in 15 minuti.

vediamo ora come par partire sto benedetto calendario.

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Life in SSH (Secure Shell)

Provo a mettere insieme alcuni appunti che nel tempo si sono ammucchiati nel cassetto, cercando di mantenere un ‘ordine logico nei passi.

Le solite cose che si trovano in rete, però in questo caso affiancate alla mia esperienza di utilizzo pratico.

Da tempo per la gestione del raspberryPI e del server a distanza mi sono affidato a SSH, e le possibili soluzioni che si appoggiano (vedi immagine sotto) sono diverse, così vediamo di affrontarne alcune tra le più interessanti che ho potuto sperimentare di persona.

Per i test come server abbiamo

  • Debian Jessie (da poco aggiornata) come server

Un vecchio AtlhonXP1700 con 2GB di ram e 2 dischi ATA in RAID1 con mdadm , (la sua storia è sparsa nel blog), abbiamo a disposizione apache2, mysql e php lato web , poi è pure relay server di posta, scarica con fetchmail e finisce in IMAP locale.

  • RaspberryPI

Un giocattolino con 512MB di ram, una SD da 8GB più una chiavetta USB come storage data con rullante Raspbian Jessie minimalizzata senza X (just only SSH), c’è apache2 (colpa di rtorrent-gui) e postfix per le mail di sistema (anche di questo la storia è sul blog)

Per le connessioni abbiamo 3 distinte categorie

  1. PC fisso o portatile, con win  o una distro GNU/Linux (meglio se Debian)
  2. Tablet 10.1 con android 4.2 (simply rooted)
  3. Smartphone Galaxy S3 (simply rooted)

L’elenco degli obiettivi :

  • configurazione del server SSH
  • configurazione client SSH
  • sshfs (kill FTP)
  • browser proxificato
  • IMAP in tunnel

ass

Dopo esserci lavati le mani passiamo al lavoro.

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RaiNix – la RAI su bash

Era il 1985 quando i Cult pubblicavano Love, anche se lo scoprì qualche anno dopo.

Quel sound era come dinamite, che lanciato dalle potenti casse del mio renault 4 faceva volare sull’ asfalto.

La pirateria non esisteva ancora (intesa come lo è oggi), c’era la tassa aggiuntiva sul bollo auto per chi aveva l’autoradio, che nessuno pagava perché si sapeva che non veniva controllato, e si comperava il disco in LP o ce li si scambiava per poter registrare una magnifica cassetta audio da mettere in macchina.

Sui potenti impianti Hi-Fi di casa si consumava un rito “la copia”, armati di pazienza per via delle registrazioni a velocità 1:1.

Ora le tecnologie non più preistoriche consentono molto altro, ma lo spirito di rimanere liberi non è cambiato.

Oggi si può accedere alla TV anche dal web e con diverse tecnologie, da smarthphone e tablet vari, dal vostro MAC, dall’ultimo Windows e pure da Linux.

Partiamo dall’idea di usufruire di un servizio con un player che impegni meno risorse possibili (magari abbiamo ancora un 686) senza dover installare software propietario o cloni open.

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Backup del disco – clonazione partizioni e resize

Da tempo il mio server regge all’invecchiamento, ma oltre alla fortuna occorre anche essere preparati, l’ installazione è datata 12 Feb 2007 da DISTRIB_RELEASE=”3.1 (installer build 20060304)” .

Per ora i limiti fisici della macchina su cui risiede una vecchia installazione mi hanno fatto lavorare su un HD solo con il sistema operativo e le varie partizioni dati, al quale nel tempo ho aggiunto un secondo HD che uso principalmente per i backup con backup2l.

Saltuariamente effettuo una clonazione dell’HD principale su un’altro HD simile da 120 GB ATA ( tra i pochi sopravissuti) e con questa cerco di correre ai ripari in caso di rottura ,se necessario i dati aggiornati li prelevo dal secondo HD con i backup ,oppure clono l’HD principale prima di fare un’aggiornamento importante come il cambio di versione di Debian,  ma ultimamente la clonazione ha fallito.

Ho scoperto (da poco) che di poco l’HD sorgente era più grande di quello di destinazione, così la clonazione integrale dell’HD con G4L ( ghost for linux) falliva al termine.

In previsione di poter inserire tra il parco dei dischi di riciclo anche un disco da 80 GB che mi era avanzato e nell’ ottica di ottimizzare le partizioni che erano distribuite male , ho pensato di clonare il tutto ridimensionando le partizioni , in vista di un futuro RAID 1 (mirroring).

Bastano alcuni programmi reperibili in diversi liveCD

  • GParted
  • Clonezilla

Oppure possiamo trovare tutto in  PartedMagic , che da Agosto 2013 non è più libero ma prevede una piccola donazione.

Grazie a PartedMagic potremmo lavorare alternando gparted a clonezilla senza uscire dalla live, così al termine di tutte le operazione basterà riavviare

 

 

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